SANFERMINES in Spagna: La FESTA più CONTROVERSA e INTERNAZIONALE di Pamplona

    In questa lezione parleremo di un’altra tra le feste più importanti della Spagna e persino a livello internazionale. Sapete a che festa mi riferisco? Chiaro, ai Sanfermines. Oggi impareremo molte cose interessanti su questa festa popolare.

    I Sanfermines in Spagna

    Dato che ciò che pretendiamo è conoscere più a fondo la cultura e le tradizioni spagnole, oggi voglio presentarvi una delle feste più conosciute della Spagna ed anche a livello internazionale ma che, senza dubbi, possono creare più polemica.

    Difatti, i Sanfermines hanno sia difensori sia molta gente che non è a favore di tali feste.

    Perché? Perché sono relazionate con la cultura taurina che ancor oggi si mantiene in gran parte del territorio spagnolo.

    SanferminesOrigine

    Le sue origini risalgono al Medioevo, moltissimo tempo fa, e sono relazionate con tre differenti celebrazioni: da un lato gli atti religiosi legati alla celebrazione in onore di San Fermín, dall’altro lato antiche fiere del commercio e del bestiame ed infine le corride dei tori.

    Stanchi gli abitanti di Pamplona (considerando che i Sanfermines sono la festa di Pamplona) del mal tempo e della pioggia che accompagnava queste tre celebrazioni nel mese di ottobre, decisero di cambiarle nel mese di Luglio nell’anno 1951 e così nacquero quelli che oggi conosciamo come Sanfermines.

    Queste feste di Interesse Turistico Internazionale sono in onore di San Fermín e si celebrano il settimo giorno del settimo mese: il 7 luglio. Il 6 luglio ha luogo il Chupinazo.

    E cosa è? Bene, è lo scoppio di un razzo come segnale di inizio delle feste.

    I Sanfermines terminano il 14 dello stesse mese, vale a dire, dopo 9 giorni di festa senza sosta.

    Un dato molto curioso: questa festa tradizionale spagnola si cominciò a conoscere e diventò mondialmente famosa grazie al famoso scrittore nordamericano Ernest Miller Hemingway, nel cui libro «Fiesta» contribuì a estendere la fama internazionale di questa tradizione.

    Quando lo scrittore arrivò in Spagna, nel 1923, e visse la festa per la prima volta si innamorò perdutamente di tutti gli aspetti dei Sanfermines, come si dimostra nella sua opera letteraria, nella quale parla delle corride dei tori. Gli piacque così tanto che ritornò ad assistere alla festa ben altre 9 volte.

    Inoltre, quando ottenne il Premio Nobel della Letteratura nel 1954, tutta la nazione conosceva già i Sanfermines, al punto che queste feste sono diventate note a livello internazionale.

    Cosa si celebra durante i Sanfermines?

    Molti sono gli atti che si celebrano in queste feste e che spiegheremo di seguito: l’atto di apertura, vale a dire il Chupinazo, dopo gli Encierros, le corride dei tori, la Processione in onore di San Fermín che si svolge il 7 luglio; un altro atto è il Riau Riau o le Dianas matinales che sono a carico della Pamplonesa (si tratta di un’orchestra musicale), i fuochi d’artificio, ed infine la Comparsa de Gigantes y Cabezudos.

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     In cosa consiste questa festa?

    Si dice che, in origine, per portare facilmente i tori dai recinti della periferia della città di Pamplona fino alla piazza, alla gente venne l’idea di correre davanti agli animali, invece di andarci dietro, per guidarli così alla destinazione. L’avventura ed il pericolo che vivono centinaia di persone che cercano di schivare i tori è ciò che produce maggiormente emozione ed adrenalina in coloro i quali vi partecipano. Questo è ciò che oggi conosciamo come l’Encierro, così che tale cominciò ad avere maggiore auge rispetto alla stessa corrida dei tori, nonostante il citato encierro si realizzi con il fine di celebrare la corrida dei tori.

    I Sanfermines iniziano con il Chupinazo (il razzo pirotecnico) dal balcone del Comune di Pamplona, alle 12.00 del mezzogiorno del 6 luglio e terminano alle 00.00 del 14 luglio con la canzone di congedo «Pobre de mí, pobre de mí, que se han acabado las fiestas de San Fermín. Pobre de mí, pobre de mí, que se han acabado las fiestas de San Fermín».

    Il Chupinazo è l’atto del lancio del razzo che annuncia i Sanfermines. É un atto affollato nella piazza del Comune che non arriva a contenere tutta la gente che si concentra a vederlo. Perciò, installano schermi giganti nelle piazze, parchi e nelle vie vicine, affinchè la gente possa seguire l’atto del chupinazo senza troppa concentrazione di persone come avviene in piazza.

    Mentre attendono che le lancette dell’orologio si avvicinino alle 12:00, la gente si rallegra sempre più. Alcuni minuti prima dell’ora indicata, i 2.502 metri quadrati della piazza diventano una marea bianca e rossa (per il vestiario tipico della gente) che al grido di «¡San Fermín, San Fermín!» aspetta impaziente con un fazzoletto in alto il momento di annodarlo al collo. Appena prima di accendere la miccia, che lascia spazio all’esplosione del razzo e all’inizio della festa, l’allegria raggiunge tutti gli angoli della città fino ai successivi nove giorni.

    La Marcha a Vísperas, conosciuta anche come Riau-Riau, è uno degli atti più importanti dei Sanfermines. Il Riau-Riau è un atto tradizionale, con spirito critico e di protesta contro l’autorità, che non ha mai avuto considerazione ufficiale e non è inclusa nel programma delle feste. Si celebra la sera del 6 luglio, quando la corporazione comunale esce dal Comune per partecipare ad una celebrazione religiosa, le Vísperas, in cui i cittadini ed i turisti, con la banda musicale Gigantes y Cabezudos, cercano di impedire la marcia della Corporazione Comunale facendo sì che un percorso di appena 500 metri si svolga in diverse ore.

    Le Dianas matinales, eseguite dalla Pamplonesa, che è una delle bande musicali più antiche di Pamplona e che ha quasi 100 anni di storia, sono l’atto musicale più mattiniero del giorno. Si celebrano alle 6:45 e svegliano e rallegrano la gente affinchè si immergano nella musica, come posseduti dallo spirito Sanferminero.

    Il Pobre de mí. Si tratta dell’ultimo atto ufficiale delle feste, con il quale si mette fine ai Sanfermines cantando: «Pobre de mí, pobre de mí, que se han acabado las fiestas de San Fermín».
    Con il fazzoletto ancora annodato al collo e con una candela accesa in mano migliaia di persone si riuniscono di fronte al Comune. Lì aspettano il momento in cui il sindaco o sindaca esca dal balcone per dirigersi al pubblico per terminare ufficialmente le feste.

    SanferminesVestiario

    Il vestiario tradizionale è maglietta e pantalone di colore bianco, fazzoletto rosso annodato al collo, una fascia (rossa) annodata alla vita e espadrillas bianche con nastri rossi. Questa è l’uniforme tipica del vero cittadino di Pamplona. Sapete già che se volete assistere, è chiaro che il bianco e il rosso sono i colori che dovete indossare per integrarvi appieno nella festa.

    SanferminesCritiche

    Ricordate che abbiamo iniziato dicendo che i Sanfermines sono anche una festa polemica, con opinioni e posizioni differenti per via del tema dei tori.

    Attualmente, non mancano delle associazioni di protezione degli animali che protestano contro i Sanfermines per il maltrattamento a cui è sottoposto l’animale durante queste feste. Dobbiamo considerare che, durante il percorso all’encierro c’è gente che si diverte con azioni violente e fa infuriare il toro per rendere la corsa più interessante e pericolosa. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che la fine degli encierros coincide con la corrida dei tori alla sera, che culmina con la morte del toro. Quando arriva il momento in cui il torero deve affrontare faccia a faccia il toro e mostrare la sua abilità, rischiando anche la vita, difronte alla forza del toro.

    Fino a questo momento non si concepiscono i Sanfermines senza toro, essendo questo l’elemento principale della festa.

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    Hai appreso i contenuti di questa lezione? Prova a fare gli esercizi!

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